SECONDO TENTATIVO – IRANIAN ADVENTURE 7° GIORNO

AKHALTSIKHE – GYUMRI km 164


La giornata inizia con la pioggia, dopo aver salutato Sofie e Jo parto, la strada scorre nel fondo valle costeggiando il suo impetuoso fiume! Poi inizio a salire verso il confine con l’Armenia. Arrivato alla frontiera i soliti controlli, pago prima 30 euro alla polizia di frontiera, poi 33 euro per l’assicurazione obbligatoria.

La prima impressione dell’Armenia è di completo abbandono, appena passata la frontiera, sparisce la strada, mi trovo davanti ad un palazzone abbandonato, la strada asfaltata non c’è più, la rivedo qualche centinaio di metri più avanti, dopo migliora un po’, ma le buche non mancano e bisogna guidare con attenzione. Sulla sinistra il verde delle colline si specchia in un grande lago, poi si scende, la strada migliora e passo nella periferia di una cittadina.
Procedo tranquillo sinché il navigatore per evitare la città ed accorciare il tragitto, mi fa entrare in una strada sterrata piena di avvallamenti ma percorribile abbastanza bene, dopo una decina di chilometri il fondo cambia, diventa fangoso, inizio a preoccuparmi e mi fermo per vedere bene dove mettere le ruote. Errore, quando riparto dopo pochi metri la moto mi scivola/sprofonda al posteriore e cado, la gamba destra rimane sotto la borsa della moto! Dolore forte!!! Non riesco a liberare la gamba. Disperazione!!! Prima spengo la moto con on/off, poi i faretti e infine riesco a spegnere anche la chiave. Sono stremato, sudato, il dolore è forte, mi manca il fiato, riesco a liberare la borsa del serbatoio, bevo acqua fresca e posso usare la borsa come cuscino. Cerco di tirare fuori il piede, ma niente. Mi devo calmare e ragionare, la strada è deserta, nessuno mi può aiutare. Provo a spingere con l’altra gamba sul paraserbatoio per spostare la moto ma niente, non riesco, dopo circa un quarto d’ora ed infiniti tentativi e lamenti riesco a recuperare la gamba. Bevo e cerco di riprendere fiato, ma il dolore cresce, finalmente, dopo una ventina di minuti, arriva un’auto, mi sbraccio per farmi notare e il tipo alla guida mi vede, si ferma, parla solo armeno, chiama qualcuno al telefono e me lo passa: help, hospital, police! Il tipo deve andare, rimango solo, steso sul bordo del fango ad aspettare l’ambulanza e la polizia. Intanto attivo il roaming sull’iPhone, chiamo Gloria e l’avviso dell’accaduto, almeno sente che sono vivo, non vorrei poi svenire.  Cinque minuti più tardi arriva un tizio a piedi che mi gira intorno borbottando e dopo un tempo che mi è sembrato interminabile è arrivata l’ambulanza. Uno di quei furgoncini militari russi con dentro una barella e una stufetta elettrica! L’infermiera mi fa una puntura e poi mi caricano a bordo, ma da lì esigo di non muovermi sinché non arriva la polizia per prendersi cura della moto, dopo una mezzoretta si parte e i miei lamenti su quella strada sconnessa diventano urli! Penso il più brutto viaggio della mia vita. Finalmente l’asfalto e le cose vanno meglio.
Arrivati all’ospedale mi vengono tutti incontro medici, infermieri, portantini, non capita tutti i giorni un motociclista italiano imbecille tutto bardato come un astronauta che si rompe una gamba proprio lì! Documenti, prova alcolica, mi fanno subito i raggi e la diagnosi è: due fratture, tibia e perone, come i calciatori, sembra occorra mettere qualche vite. L’Ospedale non è niente male, tutto in granito con Wi-Fi free e personale gentilissimo, intanto Gloria mi ha mandato con sms il numero di emergenza per chiamare l’Ambasciata a Yerevan, chiamo e mi danno il numero del Console Onorario d’Italia a Gyumri Dott. Antonio Montalto che mi assicura arriverà in pochi minuti. Eccolo, ha proprio l’aspetto del Console, barba brizzolata, giacca “pied de poule” e gilet! Si offre di occuparsi di me e della moto e di parcheggiarla nel cortile del suo hotel “Villa Kars”, dopo essermi consultato con lui decido di prenotare il volo per l’Italia e di operarmi a Milano.

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leandrik Written by:

Motociclista, amante dei viaggi e della natura.